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LA STORIA
Il nostro Quartiere entra nella "storia" sul finire degli Anni '30, quando sorse in corrispondenza dell'attuale Viale Oscar Sinigaglia il "Villaggio operaio" che doveva accogliere gli operai che stavano edificando le opere dell'Esposizione Universale del 1942 (E42), che sarebbe poi diventato negli Anni '50 il moderno quartiere dell'EUR.
Il suddetto Villaggio operaio era costituito da due ali di bassi edifici, costeggiati da giovani pini, lungo i quali correva una elegante pensilina che fungeva da portico. Erano anche presenti una torre che fungeva da cisterna dell'acqua, una cappella e un ampio portale d'ingresso lungo la Via Laurentina.
Durante la guerra i lavori vennero sospesi e il Villaggio operaio fu abbandonato, per essere poi utilizzato dalle truppe americane nel 1945, e successivamente abbandonato nuovamente.


A partire dalla fine del 1946 iniziarono a giungere alcune famiglie di esuli giuliano-dalmati, fuggiti dalle loro terre in seguito alle persecuzioni del regime di Tito. Inizialmente si trattò un'occupazione "abusiva" e anche piuttosto precaria, ma occorre considerare che i profughi giuliani venivano da sistemazioni anche peggiori (alcuni ad esempio, dai sotterranei della costruenda metropolitana alla Stazione Termini).



Ben presto intervenne l'Opera Nazionale Assistenza Profughi con l'azione del suo segretario nazionale Aldo Clemente, e i finanziamenti di alcuni mecenati, primo fra tutti l'industriale dell'acciaio Oscar Sinigaglia, che permisero la ristrutturazione dei padiglioni operai, così da accogliere il sempre più massiccio afflusso di esuli. La cappella fu trasformata nella Chiesa di San Marco, inaugurata nel 1949 e costituita in parrocchia già nel 1950.

Nel corso dei primi Anni '50 furono edificati molti altri edifici, a partire da quelli lungo Via Antonio Cippico, la Casa della Bambina per le orfane giuliano-dalmate, finanziata da Sinigaglia, il Convitto Femminile (oggi Liceo Aristotele), numerosi esercizi commerciali (su Viale Sinigaglia) ed alcune attività artigianali su Via dei Granatieri. L'inaugurazione "ufficiale" del Villaggio Giuliano-Dalmata avvenne solo il 24 maggio 1956 da parte del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, ma ormai si trattava solo di un atto formale per una realtà che accoglieva circa 2.000 esuli.

Altre realtà  sorsero negli anni immediatamente successivi, a cominciare dalla scuola elementare Giuseppe Tosi (oggi ex-caserma della Polizia Municipale in Via Canzone del Piave), dove furono collocati gli alunni che erano stati precedentemente ospitati in strutture provvisorie sia al Villaggio Giuliano che all'EUR. Un altro importante centro di aggregazione fu l'Associazione sportiva Giuliana, che alla fine degli Anni '50 ebbe un'importante squadra di pallacanestro composta di esuli che giunse addirittura in Serie A. Un importantissimo evento per la vita degli abitanti fu l'apertura della linea B della metropolitana con la stazione Laurentina, che consentiva il collegamento rapidissimo del quartiere con il centro di Roma.


Negli stessi anni iniziarono a sorgere nel Quartiere una serie di monumenti che i profughi giuliani posero a testimonianza del loro amore per le terre d'origine e della tragedia che avevano dovuto subire. Sulla Via Laurentina venne collocato il Cippo Carsico in memoria dei caduti giuliano-dalmati, mentre in Piazza Giuliani e Dalmati venne posto il mosaico dell'artista istriano Amedeo Colella in ricordo delle terre abbandonate. Alcuni anni più tardi nel 1972 fu posta nei giardini della stessa piazza la Lupa che i polesani avevano portato via dalla loro città sin dal 1947, con l'originale basamento spezzatosi durante il trasporto (e che così fu lasciato a perenne ricordo della tragedia dell'esilio). Qualche anno prima in Via Antonio Cippico aveva istituito la propria sede la Società di Studi Fiumani, con annesso Archivio-Museo. Il Museo divenne ben presto il principale centro culturale del Quartiere, ed oggi raccoglie testimonianze e cimeli di tutto il mondo giuliano-dalmata, con una ricca biblioteca ed una serie di importanti iniziative di ricerca storica.



Già dalla fine degli Anni Cinquanta, e poi con maggiore intensità durante tutti gli Anni Sessanta, il Quartiere fu attraversato da un grande "fervore edilizio", sia all'interno dell'originario Villaggio Giuliano, dove al posto ed accanto ai vecchi padiglioni furono edificate nuove e moderne palazzine, con ampi giardini alberati, sia all'esterno, dove sorsero dei moderni caseggiati, anche piuttosto lussuosi, nelle aree di Via dei Corazzieri, Via Divisione Torino e Via Canzone del Piave. In queste zone giunsero nuovi abitanti non collegati con gli esuli giuliani. Alla fine degli Anni '60 possiamo dire che il Quartiere aveva assunto sostanzialmente la fisionomia attuale. Un ultimo importantissimo intervento fu l'edificazione della nuova chiesa di San Marco dell'architetto Canino, inaugurata nel 1972.

Alla fine degli Anni '70 l'Opera Assistenza Profughi fu sciolta, e quindi chiusero sia la Casa della Bambina che il Convitto femminile; negli stessi anni la sede della scuola elementare fu spostata in un nuovo edificio alla fine di Via dei Corazzieri, mentre apriva anche la scuola media "Battisti" in Via Divisione Torino e poco più tardi il Liceo Aristotele nella sede del vecchio Convitto, mentre la scuola Tosi diventava sede della Polizia Municipale. Ancora qualche anno più tardi ha aperto il centro sportivo Nuovo Laurentino in Via dei Guastatori ed altre attività  sportive, come la palestra di ginnastica artistica in Via dei Granatieri.
Un importante evento per il Quartiere è stato il rinnovamento totale della stazione della Metropolitana Laurentina, con il raddoppio dei binari e la creazione di un grande parcheggio. Infine, gli ultimi interventi degni di questo nome sono stati il Monumento ai Martiri delle Foibe alla metro Laurentina e l'abbattimento della vecchia "centrale elettrica" su Via dei Radiotelegrafisti.



CHI C'ERA PRIMA DI NOI
 
Se la storia "moderna" del nostro quartiere inizia con l'arrivo dei primi esuli giuliani nel 1947, è anche vero che l'area dove poi sorse il Quartiere Giuliano-Dalmata era abitata sin dai tempi antichi.

[Pubblichiamo una presentazione da noi realizzata] - e che è stata molto apprezzata - che illustra gli eventi storici della nostra area, anche se non esattamente del nostro quartiere, a partire addirittura dal 1000 a. all’arrivo degli esuli giuliano-dalmati (1947)

Buona lettura!




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